Descrizione
Il santuario di Belmonte
Un cenno a parte della trattazione dei vari siti della nostra Comunità Montana merita l’altura di Belmonte. Il territorio del colle è ripartito tra i comuni di Valperga, che ne ha la parte maggiore, Prascorsano e Pertusio. Il santuario è sito nel comune di Valperga, a 727 metri di quota.
Oltre ad essere il cuore di questa comunità, il punto centrale geografico, abbiamo visto dai cenni introduttivi che ne è anche un punto caratteristico, e di peculiare e insostituibile importanza, dal lato geologico, paesaggistico, ambientale. Scavi archeologici vi hanno inoltre rivelato la sede di una delle nostre prime comunità preistoriche, di un abitato romano, di una fortezza barbarica.
Un monastero benedettino prima maschile poi femminile vi si è stabilito nell’undicesimo secolo, dipendente dall’abazia di Fruttuaria, e vi è rimasto fino al 1602, anno in cui le monache sono scese a Cuorgnè ed a Belmonte sono state sostituite dai Francescani. I figli di San Francesco nei secoli ne hanno ampliato gradualmente il convento, ricostruito la chiesa primitiva rendendola via via più ricca di opere d’arte, più ampia e più bella, cinto la sommità del colle delle cappelle della Via Crucis, e, quel che è più importante, ne hanno fatto un faro di fede nel Canavese, un centro spirituale di tutte le terre circostanti. Il convento fu soppresso sotto la Rivoluzione Francese e gli edifici furono messi all’asta nel 1805, comprati dall’abate Giacomo Valperga Masino che li riconsegnò ai Francescani; fu nuovamente soppresso con la legge Ricasoli, nel 1866, e riaperto nel 1872, e divenne meta di pellegrinaggi e di un flusso continuo di fedeli.
I frati non vi restarono isolati ma parteciparono alla vita delle popolazioni dei paesi circostanti, oltre che con l’esercizio del sacerdozio nelle varie parrocchie, con l’aiuto, il consiglio e l’ospitalità concessa sempre a chi la richiedeva. Trovarono così asilo nel loro convento i perseguitati, nei momenti difficili della nostra storia, come durante il recente periodo della resistenza, in cui i partigiani feriti e ricercati furono accolti nel convento, curati, nascosti e sfuggirono ai rastrellamenti tedeschi.
A Belmonte è interessante visitare la chiesa, completamente restaurata negli anni 1873-76 dall’ing. Reviglio, in stile romanico-lombardo.
Meritano di essere osservati i quattro medaglioni agli angoli delle navate laterali ed i due affreschi sui fianchi del presbiterio: quelli a sinistra entrando sono del pittore Barucco di Valperga, quelli a destra del pittore Viotti di Casale Monferrato.
La statua della Madonna, che troneggia in una nicchia sull’altar maggiore, è opera di anonimo, di fattura anteriore al 1600. La Madonna e la sedia sono intagliate in un sol pezzo di legno, il Bambino è scolpito a parte. La facciata, inaugurata nel 1886, è opera dell’arch. Ceppi di Torino. L’affresco sulla vela in alto è del prof. Giacomo Grosso di Torino e rappresenta la Madonna in trono con il Bambino, inginocchiati sono Re Arduino e san Francesco; alla destra della Madonna, in piedi sant’Elena imperatrice e san Secondo vescovo di Asti, a sinistra san Benedetto e santa Cristina.
Le cappelle della Via Crucis sono, dopo la chiesa, i monumenti più interessanti da visitare. Ne fu promotore ed iniziatore padre Michelangelo da Montiglio, guardiano a Belmonte dopo essere stato per lunghi anni missionario in Terra Santa. Furono iniziate nel 1712, ne furono erette subito otto, le altre successivamente. L’ultima, la tredicesima, fu costruita nel 1825. Quando furono costruite le cappelle, le scene della Passione erano dipinte sulla parete di fondo, in seguito furono arricchite con statue in terra cotta di Castellamonte ed in scagliola.
Ogni cappella fu patrocinata da una famiglia o da uno dei paesi circostanti Belmonte, che ne hanno ancora il patronato e che ne dovrebbero garantire una dignitosa manutenzione: la prima cappella ad esempio è patrocinata dal comune di Pertusio, la seconda da Cuorgnè, la terza da Prascorsano, la settima da Front, l’ottava da Busano, l’undicesima da Rivara, la dodicesima da Valperga, la tredicesima da Riborgo. Pur nei loro limiti, si tratta di opere d’arte di indubbia originalità, e di un elemento di interesse storico.
Lungo la scala d’accesso alla galleria degli ex-voto ed al museo del santuario, allestiti sulla navata destra della chiesa, sono ancora visibili avanzi di affreschi quattrocenteschi dell’antica chiesa delle monache.
Sul punto più alto del monte, a 742 metri, è stata posta una statua in bronzo di san Francesco, opera dello scultore Vogliazzi di Vercelli, alta metri 4,50.
Per l’unicità del sito, e per la sua importanza a livello regionale, il Sacro Monte di Belmonte è inserito tra i beni tutelati dall'UNESCO e riconosciuto quale Patrimonio dell'Umanità.
Fonte: Comunità Montana Alto Canavese – L’Ambiente, la Storia, i Paesi – Centro C.O.R.S.A.C. di Cuorgné – Maggio 2004
Un cenno a parte della trattazione dei vari siti della nostra Comunità Montana merita l’altura di Belmonte. Il territorio del colle è ripartito tra i comuni di Valperga, che ne ha la parte maggiore, Prascorsano e Pertusio. Il santuario è sito nel comune di Valperga, a 727 metri di quota.
Oltre ad essere il cuore di questa comunità, il punto centrale geografico, abbiamo visto dai cenni introduttivi che ne è anche un punto caratteristico, e di peculiare e insostituibile importanza, dal lato geologico, paesaggistico, ambientale. Scavi archeologici vi hanno inoltre rivelato la sede di una delle nostre prime comunità preistoriche, di un abitato romano, di una fortezza barbarica.
Un monastero benedettino prima maschile poi femminile vi si è stabilito nell’undicesimo secolo, dipendente dall’abazia di Fruttuaria, e vi è rimasto fino al 1602, anno in cui le monache sono scese a Cuorgnè ed a Belmonte sono state sostituite dai Francescani. I figli di San Francesco nei secoli ne hanno ampliato gradualmente il convento, ricostruito la chiesa primitiva rendendola via via più ricca di opere d’arte, più ampia e più bella, cinto la sommità del colle delle cappelle della Via Crucis, e, quel che è più importante, ne hanno fatto un faro di fede nel Canavese, un centro spirituale di tutte le terre circostanti. Il convento fu soppresso sotto la Rivoluzione Francese e gli edifici furono messi all’asta nel 1805, comprati dall’abate Giacomo Valperga Masino che li riconsegnò ai Francescani; fu nuovamente soppresso con la legge Ricasoli, nel 1866, e riaperto nel 1872, e divenne meta di pellegrinaggi e di un flusso continuo di fedeli.
I frati non vi restarono isolati ma parteciparono alla vita delle popolazioni dei paesi circostanti, oltre che con l’esercizio del sacerdozio nelle varie parrocchie, con l’aiuto, il consiglio e l’ospitalità concessa sempre a chi la richiedeva. Trovarono così asilo nel loro convento i perseguitati, nei momenti difficili della nostra storia, come durante il recente periodo della resistenza, in cui i partigiani feriti e ricercati furono accolti nel convento, curati, nascosti e sfuggirono ai rastrellamenti tedeschi.
A Belmonte è interessante visitare la chiesa, completamente restaurata negli anni 1873-76 dall’ing. Reviglio, in stile romanico-lombardo.
Meritano di essere osservati i quattro medaglioni agli angoli delle navate laterali ed i due affreschi sui fianchi del presbiterio: quelli a sinistra entrando sono del pittore Barucco di Valperga, quelli a destra del pittore Viotti di Casale Monferrato.
La statua della Madonna, che troneggia in una nicchia sull’altar maggiore, è opera di anonimo, di fattura anteriore al 1600. La Madonna e la sedia sono intagliate in un sol pezzo di legno, il Bambino è scolpito a parte. La facciata, inaugurata nel 1886, è opera dell’arch. Ceppi di Torino. L’affresco sulla vela in alto è del prof. Giacomo Grosso di Torino e rappresenta la Madonna in trono con il Bambino, inginocchiati sono Re Arduino e san Francesco; alla destra della Madonna, in piedi sant’Elena imperatrice e san Secondo vescovo di Asti, a sinistra san Benedetto e santa Cristina.
Le cappelle della Via Crucis sono, dopo la chiesa, i monumenti più interessanti da visitare. Ne fu promotore ed iniziatore padre Michelangelo da Montiglio, guardiano a Belmonte dopo essere stato per lunghi anni missionario in Terra Santa. Furono iniziate nel 1712, ne furono erette subito otto, le altre successivamente. L’ultima, la tredicesima, fu costruita nel 1825. Quando furono costruite le cappelle, le scene della Passione erano dipinte sulla parete di fondo, in seguito furono arricchite con statue in terra cotta di Castellamonte ed in scagliola.
Ogni cappella fu patrocinata da una famiglia o da uno dei paesi circostanti Belmonte, che ne hanno ancora il patronato e che ne dovrebbero garantire una dignitosa manutenzione: la prima cappella ad esempio è patrocinata dal comune di Pertusio, la seconda da Cuorgnè, la terza da Prascorsano, la settima da Front, l’ottava da Busano, l’undicesima da Rivara, la dodicesima da Valperga, la tredicesima da Riborgo. Pur nei loro limiti, si tratta di opere d’arte di indubbia originalità, e di un elemento di interesse storico.
Lungo la scala d’accesso alla galleria degli ex-voto ed al museo del santuario, allestiti sulla navata destra della chiesa, sono ancora visibili avanzi di affreschi quattrocenteschi dell’antica chiesa delle monache.
Sul punto più alto del monte, a 742 metri, è stata posta una statua in bronzo di san Francesco, opera dello scultore Vogliazzi di Vercelli, alta metri 4,50.
Per l’unicità del sito, e per la sua importanza a livello regionale, il Sacro Monte di Belmonte è inserito tra i beni tutelati dall'UNESCO e riconosciuto quale Patrimonio dell'Umanità.
Fonte: Comunità Montana Alto Canavese – L’Ambiente, la Storia, i Paesi – Centro C.O.R.S.A.C. di Cuorgné – Maggio 2004
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
---|---|
Web | https://www.sacrimonti.org/sacromonte-belmonte (Apre il link in una nuova scheda) |
Mappa
Indirizzo: Via dei Piloni, 10087 Valperga TO
Coordinate: 45°22'8,1''N 7°38'0,3''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
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Modalità di accesso
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